Il 10.06.2022 nell’ambito del progetto Humus per la Biosfera, il team dell’Università di Catania guidato dal Prof. Paolo Guarnaccia (Di3A) ha fatto i primi rilievi su uno dei terreni agricoli coinvolti dalle Giacche Verdi Bronte e dalla MHS nelle attività progettuali. Ecco un report scritto dalla tirocinante erasmus delle GV Linda Schnabel:

Le misurazioni hanno avuto luogo nell’azienda agricola di Giuseppe Rizzo – impiegato all’Ufficio Agricoltura della Regione Siciliana e agricoltore biologico – il 10.06.22. Erano presenti per il team UNICT il Prof. Paolo Guarnaccia (Agricoltura Biologica), il Prof. Domenico Longo (ingegneria Elettronica), il Dott. Andrea Rimane (Biologo Ambientale) e igli studenti tirocinanti dell’Università di Catania. Era ovviamente presente lo staff delle Giacche Verdi Bronte al completo e Stefanie Hermsen della MHS.

Il campo è coltivato con metodo biologico e concimato anche con la trinciatura dei rami d’ulivo. All’inizio sono stati scelti tre punti diversi, con l’obiettivo di garantire la rappresentatività delle misurazioni. Ci siamo assicurati che si trattasse di zone in cui le macchine agricole non non vengono utilizzate, poiché il terreno si comprime e quindi il risultato è falsato. I punti sono stati preparati rimuovendo l’erba. Si doveva misurare la massa degli artropodi, che comprendono ad esempio ragni e insetti. Successivamente, abbiamo utilizzato un carotatore per ottenere un campione per il laboratorio. Il campione deve essere conservato al fresco fino a che è analizzato. Con il carotiere è possibile creare campioni indisturbati che vengono utilizzati per misurare la densità del suolo. Ciò indica la porosità e quindi la capacità delle radici di crescere o dell’aria e dell’acqua di infiltrarsi. Successivamente, abbiamo prelevato un altro campione (1 kg) per l’esame dei parametri fisici, biologici e chimici. Questo campione non doveva essere indisturbato.
Abbiamo anche utilizzato un dispositivo specialistico, costruito dal Prof. Longo, per misurare la quantità di CO2 rilasciata. Il sistema funziona in due parti sovrapposte nel dispositivo: Quella inferiore è aperta sul fondo, dove rimane a contatto stretto con la terra ed è detta “camera di accumulo” e ha la forma di un cilindro vuoto. La parte superiore è costituita dall’elettronica che è in grado di misurare l’aumento di CO 2 nella camera e include anche una rete Wi-Fi. Grazie alla connessione tutti possono connettersi e quindi osservare l’aumento della quantità di CO 2 rilasciata dal suolo, visionandola su un’interfaccia grafica apposita. La quantità di CO 2 è un indicatore della quantità di organismi presenti nel terreno. Più organismi ci sono, più il suolo è qualitativamente elevato. Il periodo di misurazione è di 5 minuti ciascuno. Il flusso di CO 2 è rappresentato in gr/(m 2 *giorno). Allo stesso tempo, il dispositivo può anche mostrare i numeri in tempo reale di temperatura, pressione e umidità, Un altro percorso sul campo riguardava l’infiltrazione del suolo. Il set up era costituito da un foglio di cellophane posto in un anello metallico con una specifica quantità d’acqua versata sopra. Abbiamo avviato il timer proprio nel momento in cui la pellicola è stata rimossa e l’acqua ha iniziato a infiltrarsi nel terreno. Il timer è stato fermato quando tutta l’acqua era sparita. Sfortunatamente, il terreno si è spaccato a causa delle alte temperature e delle poche piogge delle precedenti settimane. Per i tirocinanti delle Giacche Verdi Bronte è stata un’esperienza davvero significativa. Lavorando insieme agli esperti, abbiamo potuto imparare di più sui metodi di misurazione dei parametri sul suolo. Nelle prossime settimane tutti i dati verranno elaborati dall’Università di Catania e sarà possibile compararli con gli altri che verranno raccolti durante tutto il periodo progettuale.